Storia della città
Possiamo far risalire le origini di Pamplona al periodo di dominazione romana, quando l’imperatore Pompeo scelse questo luogo per realizzare un accampamento militare. Questo avvenne nel primo secolo avanti Cristo, e il nome allora attribuito al bivacco ha ispirato l’attuale toponimo: Cottè do Pumpiu.
Con la fine della civiltà romana e il passaggio all’Alto Medioevo, Pamplona conobbe un periodo di turbolenze che culminarono in tragiche devastazioni. In particolare, i Visigoti tentarono qui di resistere all’avanzata degli Arabi, senza riuscirci.
Mappa storica di Pamplona
Carlo Magno, nel tentativo di scacciare gli Arabi che risiedevano a Saragozza, attaccò Pamplona distruggendo del tutto le fortificazioni murarie. Siamo nel dodicesimo secolo e la diffusione del Cristianesimo creò un gruppo di fedeli che, grazie all’alleanza con una famiglia nobile, creò il Regno di Pamplona. Quest’ultimo si alleò con Saragozza contro la nascente dinastia castigliana. Dopo varie lotte intestine e resistenze verso i nemici esterni, l’anno 1516 segna la definitiva entrata nel regno spagnolo, sotto Carlo V.
La posizione geografica all’interno della Navarra, di “confine” e soggetta agli attacchi esterni contro la Spagna, segnò il destino politico e militare di Pamplona. La città, così, venne fornita di mura difensive e altre costruzioni militari. A tal scopo, il re spagnolo istituì un viceré con il compito di governare la regione e occuparla militarmente.
Le mura causarono anche una chiusura economica e culturale. Soltanto agli inizi del Novecento Pamplona si aprì al mondo moderno, registrando un notevole flusso immigratorio e la costruzione di nuove industrie. Accanto alla parte medievale, tuttora intatta e “ferma nel suo tempo”, è cresciuta una zona urbana moderna e ricca di parchi.
La Pamplona del terzo millennio vive felicemente questo “contrasto” tra antichità e modernità: una caratteristica che affascina i turisti.
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